Tra antiche mura e onde silenziose: le tonnare dimenticate
Immersi tra la macchia mediterranea e le scogliere battute dai venti, i resti delle tonnare abbandonate del sud Italia raccontano storie di un passato vibrante, legato al mare, al sudore degli uomini e alla grande epopea della pesca del tonno rosso. Oggi silenziose e spesso in rovina, queste strutture in pietra sono testimoni di un’epoca di intensa attività marittima e costituiscono un patrimonio culturale e paesaggistico di rara suggestione.
Cos’è una tonnara?
La tonnara non è solo un luogo di pesca, ma un vero e proprio microcosmo marinaro. Si tratta di un complesso architettonico costruito nei pressi del mare, composto solitamente da magazzini, logge, dormitori, chiese, scivoli per le barche e il famoso cortile della mattanza. Qui, per secoli, si è consumata la cerimonia della pesca tradizionale del tonno, la mattanza, rituale antico e potente che univa la necessità del sostentamento a elementi quasi sacri e coreografici.
Nel Meridione d’Italia, specialmente in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia, le tonnare rappresentano una parte fondamentale dell’identità costiera. Molte di queste strutture, oggi, giacciono abbandonate, ma con occhi attenti e cuore aperto, si può ancora percepire il profumo del mare misto al sale delle mani dei pescatori, il rumore delle reti che si tendono e una nostalgia che sa di mare profondo.
Sicilia: dove il tempo si è fermato
La Sicilia vanta forse la più ampia eredità storica legata alle tonnare. Famose quelle di Favignana, Scopello e Marzamemi – quest’ultima situata nella suggestiva provincia di Siracusa – dove il borgo marinaro è stato in parte riqualificato, mantenendo intatta l’anima autentica del luogo.
Passeggiare tra le vecchie mura in pietra gialla di Scopello, con il mare che lambisce i faraglioni, è un’emozione intensa. Qui la tonnara, fondata già in epoca araba, ha vissuto secoli di attività frenetica. Oggi è luogo di contemplazione, perfetto per chi cerca un turismo lento e meditativo.
A Favignana, la tonnara Florio è stata restaurata e trasformata in museo, restituendo al pubblico una testimonianza viva dell’arte della pesca del tonno. Tuttavia, altre tonnare più piccole e dimenticate sopravvivono lungo le coste meno battute dell’isola, immerse in una dimensione quasi magica, dove passato e natura si fondono.
La Calabria silenziosa e autentica
In Calabria, per chi sa allontanarsi dai percorsi più turistici, si aprono scenari incredibili. La tonnara di Palmi, affacciata sul Tirreno e ormai in stato di abbandono, offre al visitatore un panorama mozzafiato: scogliere affacciate sul mare cristallino e l’Etna che si intravede all’orizzonte nelle giornate più limpide.
Un tempo, le tonnare calabresi segnavano la stagione del tonno con campane, canti e lunghe giornate sui gozzi. Ora, avvolte dalla vegetazione e dal silenzio, evocano un senso di spiritualità, come se ogni pietra potesse raccontare una storia dimenticata.
La costa campana: gioielli nascosti
Anche la Campania, famosa per la sua Costiera Amalfitana, custodisce tonnare poco note ma dense di fascino. Tra queste ricordiamo la tonnara di Santa Maria di Castellabate, nel Parco Nazionale del Cilento, dove le antiche costruzioni in pietra e legno sembrano emergere dalle acque della riserva marina.
Qui la connessione con la pesca tradizionale non si è mai del tutto persa. I pescatori locali continuano a raccontare, attorno a un piatto di tonno sott’olio o alla griglia, le storie dei loro padri e nonni, le barche in legno decorate a mano, i temporali improvvisi e il ritorno a riva sotto un mare in burrasca.
Tonnare pugliesi: tra Adriatico e Ionio
La Puglia regala alcune delle immagini costiere più struggenti e poetiche. Tra il Salento e il Gargano, le antiche tonnare si fondono con il paesaggio, nascoste tra ulivi secolari e grotte marine. Una delle più evocative è quella di Torre Colimena, presso Manduria, dove il tempo sembra essersi fermato.
In queste zone, la tonnara era spesso legata alla figura delle “famiglie del mare”, confraternite legate da vincoli profondi e dalle regole non scritte della comunità. La pesca era non solo sostentamento ma anche identità: un modo di vivere e di vedere il mondo, indissolubilmente legato ai ritmi lunari e al volo dei gabbiani.
Quando il mare racconta la Storia
Visitare una tonnara abbandonata è un’esperienza che va oltre il semplice turismo: è un viaggio dentro l’anima mediterranea dell’Italia del Sud. Gli spazi vuoti, segnati dal sale e dall’erosione del tempo, invitano alla riflessione sulla potenza del mare, sull’ingegno umano e sul significato della memoria collettiva.
Molte di queste tonnare sono oggi oggetto di progetti di recupero o protette come beni archeologici. Tuttavia, anche quelle lasciate in balìa degli elementi rimangono luoghi sacri, da ammirare con rispetto e ammirazione.
Un viaggio per i sensi
Accanto alla suggestione visiva e storica, non possiamo dimenticare il lato gastronomico. Il tonno rosso, protagonista indiscusso della tradizione culinaria delle tonnare, è ancora oggi amato e celebrato in molti piatti delle regioni costiere:
- “Tonno alla ghiotta” in Sicilia, con cipolla, capperi, olive nere e pomodorini;
- “Tonno con cipolle di Tropea” in Calabria, un connubio perfetto tra mare e terra;
- “Tonno sott’olio artigianale”, conservato secondo antiche tecniche e venduto nei mercatini locali;
- Carpacci e tartare di tonno nei ristoranti pugliesi affacciati sul mare, dove il pescato arriva direttamente dal porticciolo.
Riscoprire le tonnare è anche questo: assaporare lentamente una cucina che nasce dalla terra e si completa con il mare, in un equilibrio che è la vera essenza della cultura mediterranea.
Vi invito, dunque, a perdervi tra queste rovine poetiche, lasciando che siano i profumi, il vento e le pietre antiche a raccontarvi una storia che ancora oggi pulsa sotto la superficie calma del mare.
A presto,
Giulia
